ECOGRAFIA IN GRAVIDANZA
L’ecografia oggi è diventato uno dei più validi strumenti a disposizione del medico per seguire l’evoluzione della gravidanza e il corretto sviluppo fetale. E’ una metodica sicura ed indolore. Parallelamente alle visite ostetriche e agli esami di laboratorio, lo specialista indicherà alla mamma di sottoporsi ad almeno tre controlli ecografici.
Il primo controllo ecografico sarà un’ ecografia transvaginale che è spesso l’unico metodo per indagare un embrione nelle primissime settimane. Contrariamente a come pensano molte mamme questo esame è completamente innocuo e sicuro per l’embrione. Il primo, da farsi entro la dodicesima settimana, è la cosiddetta ecografia ostetrica. Serve a datare con maggior precisione il momento del concepimento e quindi la gravidanza stessa, a verificare se il piccolo è impiantato in utero, a vedere se il feto è uno solo oppure se la gestazione è multipla. Si può accertare già se ci sono importanti malformazioni degli arti o della testa.
Il secondo controllo, tra la diciannovesima e la ventitreesima settimana, è l'ecografia morfologica ed è la più importante. Con questo esame si verifica la presenza di eventuali malformazioni, si valuta la crescita del piccolo e lo sviluppo dei suoi organi: cuore, reni, vescica, stomaco, cervello. Con il terzo appuntamento, fissato intorno alla trentesima settimana, il medico oltre a controllare i parametri di crescita del bambino, osserva l'anatomia della placenta e la sua posizione in previsione del parto.
FLUSSIMETRIA La flussimetria in gravidanza serve a misurare il flusso del sangue al feto. Questo permette di evidenziare in maniera tempestiva eventuali insufficienze ed eventualmente di intervenire per garantire un regolare sviluppo del feto. E’ un esame innocuo, non doloroso per la mamma e senza alcun rischio per il nascituro. Durante La Flussimetria fetale vengono esaminati i vasi fetali calcolandone l’indice di pulsatilità (P.I.) e di resistenza (R.I.). In base ai risultati si ricavano informazioni utili circa l’elasticità dell’arteria ombelicale, aorta fetale, cerebrale media fetale, carotide fetale. Questi valori servono a congiurare il rischio di accelerazioni a livello cardiaco o di sfigmogrammi venosi fetali. Ma soprattutto si cerca di evitare la tragica eventualità di ipossia cronica nel feto con conseguente rischio di asfissia e di ischemia cerebrale.
10 consigli su come iniziare una gravidanza
10 consigli utili – e sani – su come iniziare una gravidanza, da attenzionare quando una coppia decide di avere un bambino: il primo passo è, senza dubbio, la visita pre-concepimento almeno tre mesi prima di provare a concepire un bebè.
1. Programmare una visita dal ginecologo
La maggior parte delle donne si reca dal ginecologo quando già il test di gravidanza è positivo, invece è opportuno rivolgersi allo specialista ancor prima di restare incinte. Il ginecologo effettua una visita ed un’ecografia per controllare che l’apparato riproduttivo sia a posto e non ci siano ostacoli al concepimento ed al prosieguo della gestazione, come fibromi o polipi di grosse dimensioni o localizzati in sedi particolari. Verrà ricostruita l’anamnesi personale e familiare della paziente: il ginecologo cioè si informa se gli aspiranti genitori o le loro famiglie soffrono di patologie che possano rappresentare fattori di rischio di malformazioni genetiche o cromosomiche, oppure se vi siano stati esiti avversi in gravidanze precedenti, così da valutare se sono necessari ulteriori approfondimenti oppure un consulto genetico. In più, il ginecologo prescrive alcuni esami di sangue.
2. Chiedere il test per la rosolia
Tra gli esami di sangue rientra il rubeo-test, che consente di sapere se la donna ha già avuto in passato la rosolia, una malattia esantematica tipica dell’infanzia che, una volta contratta, lascia un’immunità permanente ma che, se si contrae per la prima volta nei nove mesi, può comportare problemi anche seri al nascituro. Sapere per tempo di non avere gli anticorpi consente di fare una semplice vaccinazione, che mette al riparo da ogni rischio. Dopo il vaccino, però, bisogna aspettare almeno tre mesi prima di provare a concepire.
3. Chiedere il toxo-test
Sempre tra gli esami del sangue, indispensabile il toxo-test, per sapere se si hanno gli anticorpi contro la toxoplasmosi. Anche la toxoplasmosi è una malattia che, una volta contratta, lascia un’immunità permanente, ma che, se si prende durante l’attesa, può essere causa di gravi malformazioni fetali. Non esiste un vaccino che consenta di immunizzarsi, tuttavia sapere di non averla mai contratta serve ad adottare da subito certi accorgimenti, come evitare di toccare le feci del gatto o di consumare salumi o carni crude.
4. Attenzionare alcune terapie precedenti la gravidanza
Alcune malattie – soprattutto materne, ma talvolta anche paterne – possono influire sul buon andamento della gravidanza e provocare complicanze, determinate dalla patologia stessa o dai farmaci che si assumono per curarla: diabete, ipertensione, malattie della tiroide, asma, depressione, epilessia, non sono incompatibili con la maternità, tuttavia è fondamentale pianificare la gravidanza: ci sono casi in cui la terapia deve essere interrotta, altri in cui occorre rivedere la tipologia o il dosaggio del farmaco ancor prima di provare a concepire. In ogni caso, come regola generale, è opportuno informare il medico curante di tutti i farmaci e gli integratori alimentari che si stanno assumendo, per valutare la loro innocuità.
5. Assumere acido folico, in accordo alle indicazioni date dal ginecologo.
È il principale integratore del periodo preconcezionale, che deve essere assunto da tutte le donne almeno un mese prima del concepimento e per tutto il primo trimestre, per prevenire difetti a carico del tubo neurale, come la spina bifida.
6. Condurre uno stile di vita sano
Smettere di fumare, limitare l’alcool, bandire l’uso di droghe di ogni tipo, cercare di raggiungere un peso nella norma, evitando sia l’obesità che il sottopeso (che, per ragioni diverse, espongono a maggiori rischi durante la gravidanza): sono buone regole che valgono sia per la futura mamma che per il futuro papà. E’ bene inoltre rivedere la propria alimentazione, che deve essere variegata, equilibrata ed il più sana possibile.
7. Fare attività fisica
Essere fisicamente attivi aiuta non solo a tenere il peso sotto controllo ed arrivare alla gravidanza in condizioni fisiche ottimali, ma ha anche effetti positivi sulla fertilità, soprattutto nelle donne obese ed in quelle con problemi di policistosi ovarica. Non serve strafare, basta una camminata a passo veloce, un po’ di nuoto, una passeggiata in bici per almeno mezz’ora al giorno: l’importante è la costanza.
8. Prenotare il pap-test ed il tampone vaginale
Se è da più di un anno che non lo si effettua, occorre fare il prelievo per il pap test, per escludere patologie della cervice uterina, più, nelle donne dopo i 35 anni, una valutazione senologica. Se lo ritiene necessario, il ginecologo eseguirà anche un tampone vaginale per escludere infezioni vaginali come la candida, che possono interferire sia con il concepimento che con il buon esito della gestazione.
9. Accertarsi della salubrità delle condizioni di lavoro
Già prima di mettere in cantiere un bambino, bisogna evitare sul posto di lavoro l’esposizione a prodotti chimici, a sostanze tossiche o a situazioni che potrebbero provocare infezioni.
10. Prenotare una visita dal dentista
L’obiettivo è duplice: da un lato curare eventuali carie in modo da non pensarci più nei mesi successivi, dall’altro identificare eventuali patologie più complesse, come la malattia parodontale cronica (comunemente nota come piorrea) che sempre più studi mettono in correlazione con alcune complicanze della gravidanza, come aborto precoce o tardivo e basso peso alla nascita.